Uccidere il Maestro

Uccidere il Maestro ESCAPE='HTML'

Fino ad oggi avevo sempre dato un significato diverso a questo antico insegnamento: pensavo si riferisse al fatto che tutti noi dobbiamo uccidere i tanti maestri che sono al di fuori di noi e che c'impediscono di ascoltare il nostro Maestro Interiore.

Come sempre si tratta di un insegnamento che è ed è anche il suo contrario.

Anche qui ho visto che c'è una lettura più profonda: non avrei mai pensato di dover uccidere il Maestro che è in me.

Mi spiego meglio: ogni definizione che noi diamo a noi stessi, limita il nostro stesso Essere Infinito, che è al di là di ogni definizione; quando diciamo che siamo cattolici, che siamo buddisti, che siamo musulmani, che siamo agnostici, che siamo atei, che siamo vattelapesca...ci stiamo limitando, definendo, arenando.

Ad un certo punto del nostro percorso però, iniziamo innegabilmente ad avere una discreta sapienza e saggezza, che ci rende "interessanti" agli occhi altrui.
Si diventa magnetici: attiriamo, entrando nel nostro centro, le persone che ancora non lo sono.

Un pò come accade nell'atomo: sei al centro..sei un nucleo e gli elettroni esterni ne vengono attratti, orbitano attorno con la loro carica negativa.

Ecco che moltissime persone iniziano a chiederti aiuto, a spingerti ad insegnare loro perchè non è un percorso facile quello dell'iniziazione, è duro, faticoso, scoraggiante.

Non è solo il risultato: quel risultato richiede uno sforzo immenso.
Iniziano a vederti come un maestro ed ecco che vieni "definito".

In quella definizione si sono arenati tantissimi Iniziati: si sono fermati a fare i maestri...ma non è quella di certo l'illuminazione (che per inciso nemmeno io so cosa sia nel concreto..ho solo le tante nozioni che tutti abbiamo. Lo saprò solo quando sarà esperienza..).

Un Iniziato, proprio perchè il percorso è davvero impegnativo, non ha forze per sostenere anche gli altri...può lasciare come può ciò che ha appreso fino ad un certo punto, ma se si ferma a fare il maestro ecco che entra nel vicolo cieco che ha visto arenare moltissimi individui in ascesa: si definisce, muore in ciò che egli stesso ritiene di essere.

Lo scopo dell'ascensione non è insegnare agli altri: quello può essere solo un effetto secondario di riflesso e non è nemmeno, come dicono molti, siccome insegni agli altri impari tu.

In realtà così metti un sopra ed un sotto; penso che debba esserci invece, solo condivisione: è come se tu fossi un albero e crescessi in quella forma...l'unica cosa possibile e visibile dall'esterno per gli altri, è guardare l'albero che cresce...non chiedergli di spiegarti come cresce.

Il problema è l'immagine che ad un certo punto proiettiamo fuori: se la stiamo proiettando significa che prima di tutto è in noi...ed ecco il punto.

Un maestro definisce l'Essere...è come se mettessimo uno stop alla nostra crescita, dei limiti...una forma pensiero definita: non si va avanti, non ci si illumina così.

L'Essere illuminato non ha limiti...

Uccidere il maestro che stiamo proiettando è altrettanto importante del momento in cui uccidiamo i maestri al di fuori di noi...non ci sono maestri, non ci sono allievi..siamo tanti Fratelli e Sorelle che stanno compiendo un medesimo percorso e possiamo solo condividere le nostre fatiche per quel pò che la nostra forza ci permette di fare.

Chi sta compiendo un percorso iniziatico sa bene quanta fatica ci voglia..e soprattutto..sa bene che ogni cosa che impara deve essere lasciata andare,continuamente: riempi la mente di quella o quell'altra nozione e sono tutte bellissime e subito dopo, con un bel secchio d'acqua, lavi il pavimento mentale da quello che hai imparato.

Non è che non rimane niente..anzi..tutto rimane, ma rimane in una forma senza forma, pronta ad essere tirata fuori e rimessa dove era l'attimo dopo averlo fatto per quello o quell'altro motivo.

Si tratta di raggiungere il nono Archetipo: il senza forma..perchè dove non c'è forma, c'è possibilità di essere ogni forma, è una forma senza forma, una forma in potenza..

Angelica Barbieri